Acqui Terme

Grazie ai numerosi reperti, gli storici sono in grado di ricostruire con buona precisione la storia di Acqui Terme (20.000 abitanti circa). L’abitato nasce dai Liguri Statielli che, a differenza di altre nazioni della zona, intrattengono rapporti amichevoli con Roma. La diplomazia premia: quando le legioni avanzano, la romanizzazione avviene pacificamente, con la città che prende il nome Aquae Statiellae, in omaggio al legame coi locali. Fin da subito, le fortune della città si legano alle sue sorgenti termali, che per lo scrittore Plinio sono quantomeno pari Puteoli (Pozzuoli) e di Aquae Sextiae (Aix-en-Provence). Una visita alla città moderna. deve obbligatoriamente partire da Piazza della Bollente. Come dice il nome, qui vi è una fonte delle acque termali cittadine: circa 560 litri al minuto per 74,5 C° di temperatura. A tutelare l’acqua speciale, molto ricca di sodio, bromo e iodio, un’edicola, realizzata in marmo su disegno dell’architetto milanese Cerutti. Alla fonte è legata la vicenda degli sgaientò: secondo la storia, i bambini appena nati venivano immersi nell’acqua. Quelli che emergevano vivi venivano onorati con il termine di sgaientò, cioè scottati. Sempre parlando di acque, il primo stabilimento ad esse dedicate nasce nel Quartiere Bagni nel ‘400. Chiamato Antiche Terme, sfrutta le sorgenti del cosiddetto Lago delle Sorgenti; distrutto nel 1600, viene ricostruito alla fine del secolo. Infine, nel Novecento le ultime modifiche di rilievo, con l’aggiunta di un piano e di alcuni padiglioni per i bagnanti. Meno vacanziero e più marziale, il Castello dei Paleologi fa parte dell’antico sistemo difensivo della città. Nonostante per gli storici abbia origini più antiche, viene citato per la prima volta nel 1056 e deve l’aspetto attuale ai massicci restauri, operati nel 400 dal marchese di Monferrato Guglielmo VII Paleologo. Purtroppo tali lavori di ammodernamento risultarono inefficaci: incapace di far fronte alle nuove tecnologie belliche basate sulla polvere nera, il Castello fu ripetutamente conquistato ed espugnato. Oggi, la fortificazione ospita il Museo Archeologico, sede dei reperti della zona, e fa parte del percorso turistico detto Castelli Aperti.

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