Storia e curiosità sull’Obelisco Stele Marconi

L’Obelisco Stele Marconi si trova presso piazza Guglielmo Marconi in zona dell’EUR, vicino al Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” e al noto locale Room 26 di Roma. Ideata e fortemente voluta dal dittatore Mussolini durante la costruzione del luogo deputato ad ospitare l’Esposizione Universale di Roma ad onore e gloria del Ventennio Fascista, l’Obelisco Stele Marconi è alto circa 45 metri e idealmente doveva innalzarsi in quella che ai tempi era denominata Piazza Imperiale.

In ricordo di Guglielmo Marconi

Scopo della stele era quello di ricordare lo scienziato, fisico, inventore e politico italiano Guglielmo Marconi. A lui si deve la telegrafia senza fili via onde radio o radiotelegrafo, che condusse nel tempo ai moderni sistemi di comunicazione. Al suo genio, pertanto, si deve quella che indubbiamente può essere considerata una svolta epocale.

L’opera in questione è stata realizzata con grandi blocchi del pregiato marmo di Carrara sovrapposti l’uno all’altro e da 92 altorilievi incisi su quattro file. A scolpirli lo scultore Arturo Dazzi, che realizzò nella sua opera allegorie e momenti salienti della vita di Marconi. L’opera terminata nel 1959 fu inaugurata successivamente nel 1960 in occasione dei giochi olimpici.

L’arte di Arturo Dazzi

Allo stesso Arturo Dazzi, artista eclettico, si devono anche altre notevoli opere tra le quali ricordiamo la statua di Sant’Ambrogio, che si trova a piazza Augusto Imperatore, il monumento ad Enrico Toti sito al Pincio, e ancora diverse statue raffiguranti i giureconsulti che si trovano davanti al prospetto sul fiume Tevere del Palazzaccio.

Altre notevoli opere di Dazzi a Roma sono conservate sia in collezioni pubbliche che private, o come visto, si possono ammirare camminando per la città: la statua del Cardinal De Luca al Palazzaccio e ancora numerose opere eseguite tra il 1922 e il 1930, tra cui Antonella, Sogno di Bimba e Cavallino, sono soltanto alcuni esempi del suo genio creativo.

Il padre di Arturo Dazzi possedeva delle cave di marmo oltre un laboratorio per la sua lavorazione. La sua morte prematura costrinse il piccolo Arturo a lavorare presso la bottega dello zio come apprendista scalpellino. La passione per il marmo e il suo estro artistico lo condussero ad intraprendere una carriera che gli avrebbe dato grandi.

Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara si trasferì nella Capitale dove in breve tempo ottenne numerosi riconoscimenti, non solo in qualità di scultore ma anche come pittore.

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